6 maggio 2009

Bonnie Raitt: BluesWoman


Il blues puà essere donna? Quando pensiamo alle icone della "musica del diavolo" facciamo immediatamente riferimento alle figure storiche degli anni cinquanta e sessanta: B. B. King, Buddy Guy, Freddie King e altri mostri sacri della chitarra. Spesso però non vengono citati artisti autorevoli che hanno contribuito a far evolvere il suond della musica nera trasportandolo verso nuove sonorità. Bonnie Raitt infatti è non solo una grande interprete e una cantautrice di talento ma i suoi album e il suo stile testimoniano, di fatto, che il blues si è affermato anche grazie ad altri musicisti.
Bonnie nasce nel 1949 a Burbank, una cittadina della California e cresce in una famiglia che, senza alcun dubbio, ha determinato in lei un grande stimolo musicale: la madre Marjorie Haydock è infatti un'ottima pianista, mentre il padre John Raitt è un'acclamata star dei musical a Broadway. Fin da piccola si appassiona al suo amatissimo strumento, la chitarra, che nel corso degli anni imparerà a suonare con lo slide, fino ad essere riconosciuta oggi come una tra i/le più autorevoli interpreti di questa particolare tecnica.
In tutti i suoi dischi che, specie nei primi anni, erano un mix di brani di vari autori, è sempre stata presente una marcata, sentita e profonda passione blues, con venature folk, country e rock. Progressivamente, nel corso degli anni, Bonnie ha introdotto nei suoi LP anche brani composti di proprio pugno, ed appoggiandosi, di volta in volta, ad artisti e strumentisti di prim'ordine.
Per quanto riguarda i premi discografici, il suo album Nick of Time vince 3 Grammy Award, ed altrettanti l'LP Luck of the Draw, un Grammy le viene accreditato inoltre per il duetto con John Lee Hooker in I'm in the Mood. La Raitt vince anche un Grammy Award per il brano Something to Talk About come "migliore performance pop femminile" Il 3 marzo del 2000 è stata inserita nella Rock and Roll Hall of Fame.

di Francesco Giacalone

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