30 aprile 2009

Madonna: icona di stile e regina del pop

Le celebrities (nostrane o internazionali che siano) decretano, sfoggiando agli eventi mondani e non solo, l'indiscutibile fama di un brand fungendo da ago della bilancia in merito alle tendenze.
Le fashion victims, quali attente osservatrici pronte a captare ciò che diventerà “trendy”, eleggono le griffe modaiole e le fanno loro.
E chi fa più moda di lei? Dai suoi esordi con pizzi neri e croci, al country style e allo stile dance, Madonna Louise Veronica Ciccone, questo il suo vero nome, è unica nel suo stile camaleontico.
Cantautrice, attrice, scrittrice, regista e produttrice cinematografica, diva, capace di attirare l'attenzione dell'opinione pubblica, una carriera basata sul look più che sulla musica, 25 anni sul palco, continuamente in evoluzione.
Agli esordi,l'apparenza e lo stile personalissimo sono state carte vincenti per la sua carriera, anche quando fare moda significa scagliarsi addosso le ire funeste di istituzioni importanti come la Chiesa. Galeotto fu l'album “Erotica” del 1992 e il precedente mistico “Like a Prayer” del 1989 in cui la platinata canticchiava, pregava carica di rosari. Come non ricordare il suo dark look nel suo primo film “Cercasi Susan Disperatamente”, 1985, tutto pizzi neri e catene? Erano gli inizi e miss Madonna, grazie a quel film e all'album “Like a Virgin”,diventava l'icona da imitare, la “wanna be” delle giovani ragazze.
E poi altro film, altre musiche, altro look. Capello corto, biondo e sbarazzino, “True Blue” e “Who's hat girl”, della prima versione madonnara non rimane che il fisico scolpito da atleta e qualche richiamo vagamente fetish con body neri. Fino al Blonde Ambition Tour del 1990, dove Jean Paul Gautier, stilista ufficiale proponeva la regina del pop in una chioma bionda a coda di cavallo, i colori per i costumi delicati grigioperla e rosa, guepiere e bustini con reggiseno a cono. Un trionfo.
L'ultimo decennio è stato all'insegna della redenzione, ma non dell'anonimato, castigata nella misee, nell'acconciatura per Evita del 1996 e poi di nuovo sbarazzina, ma con classe nel mistico “Ray of light”, che viene acclamato come il miglior album dai tempi di “Like a Prayer”. Nel 2003 esce l’album American Life, disco con sonorità elettronico - acustiche, con testi di natura politica e spirituale, ed è di nuovo scandalo. Il video ambientato nel corso di una surreale sfilata di moda in cui i modelli sono vestiti con divise militari e vengono mostrate scene violtente di guerre, morti, viene ritirato prima dell’uscita ufficiale per rispetto verso i soldati che si trovano in missione militare in Iraq.E come dimenticare gli ultimi tour, Madonna di ritorno in Italia dopo 12 anni di assenza ha fatto furore all’Olimpico di Roma per due anni consecutivi, per il suo stile e per la performance.
Collaborando con gli sitlisti H&M, la signora Ciccone, ha disegnato un’esclusiva tuta sportiva e una linea di abbigliamento da indossare durante il tour, per lei e i suoi “dancers”. Nel giro di poche ore dall’uscita della collezione... nei negozi non ve ne era più traccia, riconfermando Madonna come icona fashion e sempre in anticipo su tutte le tendenze.

Di Clarissa Falzone

29 aprile 2009

Con "Ziggy" Bowie stravolge ogni regola


David Bowie è da considerare uno degli artisti che più hanno utilizzato la propria immagine per scandalizzare e promuovere (non banalmente) la propria musica. In particolare con l'album "Ziggy Stardust and the spiders from Mars" del 1972 Bowie ha fatto conoscere al mondo il Glam Rock.
Il disco è una sorta di piccolo concept album che narra di un mondo sull'orlo dell'apocalisse in cui l'ultimo eroe è un ragazzo divenuto rockstar grazie ad un aiuto extraterrestre (i temi fantascientifici erano di gran moda all'epoca come del resto il primo successo di Bowie qualche anno prima, Space Oddity). Ziggy è l'emblema della rockstar, un "cantante rock di plastica" come lo definiva Bowie, che con la sua ascesa e la sua caduta ripercorre idealmente la parabola della celebrità, dietro la quale si nascondono l'insicurezza e la fragilità dell'artista che, prescindendo dalla figura dell'icona-rock, si riflettono nelle problematiche dell'uomo contemporeaneo, alieno della società, protagonista di una realtà in cui non riesce più ad identificarsi.

Il tutto fu realizzato con l'idea di confezionare un personaggio dal forte impatto sul pubblico: il trucco pesante, i fumettistici costumi colorati e il capello rosso proto-punk diventavano quindi elementi necessari per creare una cornice mistica attorno alla figura di Ziggy, e quindi attorno a Bowie stesso, dato che in quel periodo le due entità erano pressoché indistinguibili.

Dal punto di vista strettamente musicale, l'album è una raccolta di canzoni pop - il primo album più marcatamente pop di Bowie - costellato di successi come l'apocalittica Five Years, la nostalgica Lady Stardust o ancora le energiche Hang On To Yourself e Suffragette City. Troviamo inoltre i primi esempi di brani dotati di una marcata componente teatrale (Rock 'n' Roll Suicide, Moonage Daydream, Ziggy Stardust), in cui Bowie mette a frutto tutta l'esperienza accumulata nei primi anni di carriera nell'ambito del cabaret, del mimo, e delle forme alternative di comunicazione drammaturgica.
Dopo Ziggy Stardust decine di artisti rock si ispireranno al look di David Bowie

di Francesco Giacalone

28 aprile 2009

The Rolling Stones: "brutti, sporchi e cattivi"


I Rolling Stones sono una delle maggiori espressioni del rock. Essi hanno rivisitato in chiave più dura il classico R n' R degli anni cinquanta, con continui riferimenti al sesso e con la celebrazione delle droghe pesanti. Per il loro essere trasgressivi furono fin troppo spesso considerati "brutti, sporchi e cattivi" ed in contrapposizione ai più rassicuranti Beatles.
La sfida con i fab four fu creata spesso dagli stessi Rolling Stones che si comportavano in modo volutamente antitetico rispetto ai Beatles, creando così un modello alternativo ad uso e consumo della stampa musicale. I Rolling Stones sono stati, e sono tuttora, una autentica pietra miliare nell'evoluzione della musica del novecento, portando sotto i riflettori il malcontento e di conseguenza la protesta di intere generazioni, incarnando così il travagliato spirito dei grandi bluesman del passato e scegliendo una frase di una canzone di uno di questi (Muddy Waters) come nome del loro gruppo:
I'm a man, I'm a rolling stone!


di Francesco Giacalone

I Beatles lanciano il beat


Primissimi anni sessanta. I Beatles cambiano per sempre il mondo della musica leggera. Il rock parte da quì. John Lennon, Paul McCartney, Ringo Starr e George Harrison con le loro tipiche divise e con il "rivoluzionario" taglio di capelli influenzeranno una intera generazione.

di Francesco Giacalone