
di Francesco Giacalone
Recensioni - Notizie - Curiosità sul mondo della musica e del cinema
I suoi testi contengono spesso elementi ispirati dalla narrativa horror; tuttavia, nell'ampia produzione dell'artista si trovano brani sugli argomenti più diversi, inclusi temi di ampio respiro come la libertà di espressione, la religione e i problemi legati alla società statunitense.
È tuttora in piena attività e vanta una carriera quasi quarantennale. La sua musica e la sua presenza scenica hanno avuto un notevole influsso su vari artisti come Rob Zombie, Wasp, Marilyn Manson.
Il genere espresso da Alice Cooper è di difficile catalogazione nel senso che ha spaziato molti stili di rock diversi fra loro nel corso degli anni, ed ha avuto quindi numerose sfaccettature. Il primo periodo della sua carriera presentava un rock contaminato da generi come folk, rock e blues, mentre negli anni settanta e ottanta il suo stile divenne più ruvido con sonorità dure ma sempre conservando aspetti melodici.
Nei primi anni '80, Alice si spinse verso l'hair metal, grazie al successo del genere in questione soprattutto con Motley Crue, Cinderella e Bon Jovi.
Negli anni novanta Alice Cooper ha percorso altri sentieri musicali alla ricerca di un sound più "industrial" e alternative ma negli ultimi lavori nel nuovo millennio sembra ritornare all'hard rock delle origini.
The two-hour show worked with conventions, and a few felt off-the-rack. A variation of the tall riser at the front of the stage was in Tina Turner’s show a few months back. Moving to a small stage in the middle of the arena is an old and effective rolling stones trick, but Beyoncé got there through the air, lifted out of a 20-foot train by a harness. (She high-stepped in slow motion and front-flipped along the way; there is a breathtaking elegance in her acute desire to entertain.) And some conventions were her own — the medley of Destiny’s Child songs, who emerged to deafening applause, rapping a verse from his “I Just Wanna Love U (Give It 2 Me),” in the middle of her “Crazy in Love.”
Qual’è il musicista con cui ti sei trovato particolarmente a tuo agio in una jam o ad incidere in studio?
A me piace più che altro costruire un “gruppo” con cui lavorare a lungo, per avere l’affiatamento giusto che dà qualcosa in più alle canzoni
Ci sono dei momenti in cui ti è più facile scrivere i tuoi brani?
Sono le emozioni che ti portano a scrivere, io uso poche parole che dicono qualcosa, poi è la musica che la fa da padrona
Ti farebbe piacere ascoltare, entrando in un locale, una band o un musicista che reintrepreta un tuo brano?
Se lo fanno bene sicuramente si. Una volta a Roma c’era una cantante nera di nome Phillis Blandford che usava alcuni pezzi dei miei all’interno del suo show, era anche la mia corista e li faceva vivere a modo suo, era bello
C’è un luogo o una città in cui oggi il blues è vivo come 50 o 60 anni fa?
Il blues se è solo revival è come una scuola, quando genera qualcosa di creativo diventa importante. Oggi è un brutto periodo per la musica, c’è un appiattimento totale. Il blues comunque ha una comunità sua in ogni singola città del mondo: l’ho trovato a Porto Alegre, a Beirut, a Dubai, in Europa e in America…I musicisti bravi sono oscurati dallo strapotere dei media che vogliono manipolare tutto, ma il talento non finisce mai (spero). Se cambieranno i tempi la richiesta di un pubblico più attento uscirà fuori.
Qual’è l’album (a parte l’ultimo) che ti ha dato più soddisfazione e da cui hai ricevuto più gratificazione?
I miei dischi vanno a modo loro: girano “sottobanco”, li ho trovati dappertutto, senza promozione. Quello più conosciuto è No More Blue ma anche Behind The Door mi ha aperto delle nuove strade. A maggio uscirà un DVD live in edicola che consacra il lavoro di questa band. Ho pronto anche un nuovo cd inedito su cui ho lavorato molto e sta solo nei provini, ma ancora non so quando e con chi uscirà.
Oltre ai brani storici, Ciotti promette ad inizio serata che eseguirà anche qualche cover per la gioia (presumiamo) dei nostalgici dell’epoca d’oro del rock. Con una splendida tecnica esecutiva vengono rispolverati due brani storici come Moondance di Van Morrison ed in chiusura Hey Joe, superclassico di Jimi Hendrix in cui Ciotti dà il meglio di sé. Atmosfera, sensazioni forti ed un tocco di romanticismo. Con queste armi oggi il chitarrista romano vuol far breccia nel cuore del pubblico, avendo a sua disposizione “un’esperienza sonora” maggiore rispetto ad alcuni anni fa, e grazie alla conoscenza dei vari sound del mondo che hanno contribuito a “riposizionarlo” all’interno del panorama musicale italiano. Non solo un bluesman, un autore coraggioso o un grande chitarrista, Roberto Ciotti è divenuto oggi maestro di contaminazione. Dal canto nostro speriamo che le nuove uscite discografiche lo portino ad esprimersi sempre a livelli notevoli e non disdegniamo certamente un ritorno ad un blues più classico e radicale, anche perché di Roberto Ciotti in Italia c’è n’é soltanto uno.