
12 marzo 2011, Big Mama, Roma.
Il magico trio sale sul palco, ed è subito jazz, puro, lirico, strabiliante. Di fronte ad un pubblico che via via si fa sempre più numeroso, Roberto Gatto (batteria), Fabio Zeppetella (chitarra) e Luca Mannutza (organo) sfoderano una performance di quasi due ore da brividi, attraversando varie culture del jazz e conferendo al tempo stesso il loro personale tocco di classe. Considerati fra i maggiori esponenti del panorama jazz italiano, i tre maestri vantano un portfolio di collaborazioni di livello internazionale.
L’alchimia fra i tre è rara ed unica nel suo genere; nessuna sbavatura, nessun fraintendimento: ogni musicista si immerge nel proprio strumento tirandone fuori il meglio. Si parte dal tema principale passando per il cuore dell’improvvisazione, fino ad arrivare agli scambi perfettamente sincronizzati e ai pirotecnici soli. Ed infine, l’ultima bacchettata o l’ultima nota che proprio non ti aspetti...
Roberto Gatto conferma la sua incredibile “arte percussiva”, talvolta pennellando sui tamburi, talvolta sfoderando un drumming possente e funky; ma è durante gli assoli che sfodera tutta la sua imprevedibilità: sfiora i piatti, picchia con le bacchette sull’enorme cuore rosso del Big Mama dipinto sulla parete alle sue spalle… tutto questo divertendosi, sorridendo e giocando come farebbe un bambino alle prese con la sua prima batteria. La precisione con la quale non manca un colpo è pari solo alla prontezza degli applausi che esplodono alla fine delle sue prodezze.



Lo show si apre con “Tea for two”, famoso standard jazz tratto dal musical del 1925 “No, no, Nanette”, eseguito con un arrangiamento in 5/4 di Luca Mannutza.
Segue “Solar”, una delle tante perle di Miles Davis, eseguita in pieno stile vanguard, che lascia letteralmente a bocca aperta.
Si smorzano i toni con la toccante “This guy's love with you” di Burt Bacharach, che esplode verso la fine per lasciare spazio all’hard bop di “Moment’s notice”, una delle composizioni più originali di John Coltrane.

recensione e foto di
ANTONINO BONOMO
ANTONINO BONOMO