Ruvido e vero. Tutto ciò che i fan si aspettavano da Gibbons & C. è arrivato. Dritto alle orecchie e al cuore. Un Blues che profuma di leggenda. 12 luglio, Ippodromo delle Capannelle, Roma, in una torrida giornata quasi in stile texano, anche i ZZTop, lontani miglia e miglia da casa, hanno respirato quella calda aria familiare, che ha demolito in ogni spettatore la resistenza a bere una birra ghiacciata e ad indossare il cappello da (finto) cowboy in vendita a soli 5 euro sulla via Appia.
Donne sbucate dal farwest, bikers (appena) sessantenni, fuoriditesta e nostalgici dei bei tempi andati: il circo con due zeta apre i battenti con "Got me under Pressure" annata 1983.
Dopo qualche minuto di "riscaldamento" (scusate il termine inopportuno) le barbe più famose del rock cominciano a darci dentro sul serio. Ottimo, davvero ottimo il sound, un'acustica quasi perfetta. Sembra che stiano suonando solo per te. Quasi non ti accorgi che c'è appena qualche migliaio di persone tutto intorno . "Jesus just left Chicago" è il primo momento emozionante della serata, un blues morbidissimo che cullerebbe anche i bifolchi sotto il palco dalle sei del pomeriggio.
Tutto d'un tratto si sente forte anche la gente: ZZTOOP ZZTOOPP!! E loro attaccano con la simpatica: "I,m bed I'm Nationwide". Bellissime le immagini scelte per dare supporto alla musica: cowboy, auto veloci, wrestler, e ovviamente donnone prosperose. Bianco e nero e alta risoluzione, colori da Las Vegas e ingiallite foto dei seventies (ci sono anche le grancasse con cerchioni rotanti da fuoriserie). Tutto insieme. Tutto fantastico. Fantastico come il tributo a Jimi Hendrix con "Hey Joe", e come l'assolo-ad-una-mano di Gibbons qualche brano più in là. Il chitarrista è in forma smagliante, Hill e Beard fanno il loro. Pezzo dopo pezzo mostrano un bel pezzo di storia del blues moderno. Slide e note "aspre" che sanno di Muddy Waters e B.B. King. E Non mancano neanche le classiche coreografie da buffoni fra i due front-man e gli sguardi ammiccanti al pubblico, la bottiglia di wiskey lanciata per aria, il cappello da bluesman consegnato come la corona di un re e tutto il resto.
Il resto si chiama, Gimme all you Lovin', Legs (con tanto di chitarre piumose), Sharp dressed man , La Grange e Tush a chiusura della performance.
Un live da ricordare per tutta la vita, suonato dal trio Gibbons-Hill-Beard, che, detto così non dice nulla. In molti non hanno mai letto i loro nomi nell'Olimpo del rock. Altri li ricordano solo per i bei video degli anni 80. Niente di più sbagliato. I tre dei ZZTop sono dei veri e propri paladini di una musica moderna che sà di antico. Talvolta rivoluzionari, talvota conservatori. Sbruffoni talmente autentici da sembrare finti. Musicisti al servizio del blues e di quel circo un pò retrò nato nella vecchia "scuola" di Chicago.
Dopo qualche minuto di "riscaldamento" (scusate il termine inopportuno) le barbe più famose del rock cominciano a darci dentro sul serio. Ottimo, davvero ottimo il sound, un'acustica quasi perfetta. Sembra che stiano suonando solo per te. Quasi non ti accorgi che c'è appena qualche migliaio di persone tutto intorno . "Jesus just left Chicago" è il primo momento emozionante della serata, un blues morbidissimo che cullerebbe anche i bifolchi sotto il palco dalle sei del pomeriggio.
Tutto d'un tratto si sente forte anche la gente: ZZTOOP ZZTOOPP!! E loro attaccano con la simpatica: "I,m bed I'm Nationwide". Bellissime le immagini scelte per dare supporto alla musica: cowboy, auto veloci, wrestler, e ovviamente donnone prosperose. Bianco e nero e alta risoluzione, colori da Las Vegas e ingiallite foto dei seventies (ci sono anche le grancasse con cerchioni rotanti da fuoriserie). Tutto insieme. Tutto fantastico. Fantastico come il tributo a Jimi Hendrix con "Hey Joe", e come l'assolo-ad-una-mano di Gibbons qualche brano più in là. Il chitarrista è in forma smagliante, Hill e Beard fanno il loro. Pezzo dopo pezzo mostrano un bel pezzo di storia del blues moderno. Slide e note "aspre" che sanno di Muddy Waters e B.B. King. E Non mancano neanche le classiche coreografie da buffoni fra i due front-man e gli sguardi ammiccanti al pubblico, la bottiglia di wiskey lanciata per aria, il cappello da bluesman consegnato come la corona di un re e tutto il resto.
Il resto si chiama, Gimme all you Lovin', Legs (con tanto di chitarre piumose), Sharp dressed man , La Grange e Tush a chiusura della performance.
Un live da ricordare per tutta la vita, suonato dal trio Gibbons-Hill-Beard, che, detto così non dice nulla. In molti non hanno mai letto i loro nomi nell'Olimpo del rock. Altri li ricordano solo per i bei video degli anni 80. Niente di più sbagliato. I tre dei ZZTop sono dei veri e propri paladini di una musica moderna che sà di antico. Talvolta rivoluzionari, talvota conservatori. Sbruffoni talmente autentici da sembrare finti. Musicisti al servizio del blues e di quel circo un pò retrò nato nella vecchia "scuola" di Chicago.
di Francesco Giacalone